Comunicato stampa mostra Oltre la Luce

Mostra antologica dell’artista TANNAZ LAHIJI
Museo Bellini,
LUNEDI’ 16 NOVEMBRE
Ore 18,30 16-30 NOVEMBRE 2015
Lungarno Soderini 3 – FIRENZE –

Le vie della pittura sperimentale raggiungono il cuore di Firenze, dal 16 al 30 novembre 2015 il Museo Privato Bellini di Firenze – Magazzino N.5, ospiterà la mostra personale della pittrice Tannaz Lahiji, “OLTRE LA LUCE”, in cui saranno esposte le tele dell’artista focalizzate sul tema della luce e dell’aura cosmica.

In occasione della mostra, il corridoio di ingresso di Palazzo Bellini si adornerà dei ritratti di alcuni tra i più noti personaggi pubblici di Firenze dando luogo a una preziosa selezione di volti eternati sulla tela.

Il 16 novembre, giorno di inaugurazione, l’artista iraniana eseguirà una performance artistica dipingendo con i colori i corpi di alcuni modelli per poi imprimere la loro impronta sulla tela.

Descrizione mostra

La mostra racconta la ricerca artistica di Tannaz Lahiji all’interno del Palazzo storico della Famiglia Bellini, protagonista del mercato dell’arte dal XVIII secolo con una collezione di antichissime opere di antiquariato, a partire dal XII secolo. Elemento di riflessione è la Luce, a partire da ricordi di infanzia, sua madre immersa nella luce, mentre con una valigia in mano esce via di casa. La luce non conosce limite temporale, non ha fine, e tutto è penetrato, immerso in essa. Le sue pitture sono impronte di uomini e donne nella luce: la loro silohuette è scolpita nel campo energetico che li circonda e li attraversa. Ma in tutte le sue opere si rinviene l’impronta imperitura di questo primo ricordo, il richiamo alla madre, alla genitrice, al ventre da cui tutto nasce. Fondamentale è questo senso di circolarità, in cui la fine coincide con l’inizio, in un percorso che gira attorno all’uomo per tornare all’origine, se stessi. Scoprire cosa c’è ‘oltre’ la Luce è motivo di riflessione della mostra.

Oltre la luce è il proseguimento dell’esposizione artistica “In-luce” di Tannaz Lahiji presso lo Spazio delle Arti “La Soffitta” di Sesto Fiorentino del 4 Ottobre 2015 a cui è seguita la performance dell’artista presso il Teatro La Colonnata con musicisti, ballerini e attori di fama internazionale. La performance “In-luce” è stata riproposta presso il Teatro Cantiere Florida di Firenze con la partecipazione anche del ballerino persiano Shahrokh Moshkin Ghalam. Su uno sfondo buio in cui fanno apparizioni musicisti, poeti e attori, l’artista, vestita di nero, sporca di un colore significativo, il giallo, i ballerini, i quali sembrano come prendere vita una volta ricoperti dal colore. Seguono i gesti dell’artista, che, come una presenza invisibile, li muove e instaura con loro una relazione di scambio di energie. È un gesto analogo a ciò che l’artista realizza sulla tela. Alle spalle dei ballerini un video mostra le mani di un artigiano nel processo di modellazione di un vaso di argilla, l’Anfora tipica persiana, a partire da un pezzo informe di materia.

Come nella messa in scena di una sensuale e drammatica danza Tannaz Lahiji, maestra dei colori, segnerà con il suo pennello il confine tra luce e ombra, immanente e trascendente.Il 23 novembre alle ore 18,00 seguirà l’evento di presentazione dei libri monografici dell’artista editi recentemente.“Oltre la luce” non è una semplice mostra d’arte, è un percorso introspettivo attraverso il quale si seguono gli impercettibili sentieri tracciati dalle pennellate di colore sulla tela per cogliere l’impressione della luce e superarla nel medesimo istante.

Opere esposte nel “Progetto seguendo il corridoio Vasariano”

Le opere esposte

Finistage e dibattito con i critici

Luigi Bellini

“La luce. La sua intensità. La sua lettura con i contrasti del tempo e della natura, il moto del sole e della luna e di tutto quello che scandisce i momenti del tempo.
Tannaz Lahiji, che è una bellissima donna, ha saputo interpretare una delle cose più difficili dell’arte visiva: la profondità della luce. La luce non ha tempo, conosce il solo cambiamento dato dal sole, il cui movimento determina il chiaroscuro, l’abisso e la distanza tra la notte e il giorno, e nel contempo il compenetrarsi dell’una nell’altro.
L’artista riesce a cogliere la luce. Fin da bambina ha questo dono. Ricorda lei stessa una immagine, sua madre immersa nella luce, mentre con una valigia in mano esce via di casa. Quell’immagine è significativa di un tempo sospeso, di un orizzonte bianco permanente che ingloba ogni esperienza dell’essere. Qualcuno andava via in quell’istante, la madre, ma la sua impronta rimaneva imperitura, tanto che in tutte le sue Opere si può rinvenire questa traccia di lei, la genitrice, la matrice da cui tutto proviene.
Tannaz è un’artista di grande intelligenza e talento, proviene da una famiglia d’arte, la sua ricerca è focalizzata in particolare su uno studio: l’energia umana, i colori e la circonferenza dell’essere umano. Perché la circonferenza? Lei alla luce non dà termine, tutto è penetrato dalla luce profonda che non conosce limite temporale. Tuttavia, ogni essere umano è un nucleo vitale di energia e la luce che promana da ognuno di noi è regolato da limiti fisici, quelli del nostro corpo e del tempo che determina il suo sviluppo. Nella persona con il suo carico di energia e colori lei ritrova il profilo dell’intera umanità.
Tannaz ha avuto una vita difficile ma piena di soddisfazioni, io non voglio essere uno specialista delle biografie. Anzi, quando guardo l’opera d’arte la storia dell’artista quasi non mi interessa, mi lascio invece catturare dal tratto artistico e dal colore della pennellata sulla tela. Ma quando ho parlato con lei, la sua gioiosa educazione, il suo grande stile e una personalità effervescente mi facevano ben capire che la luce che tenta di catturare dentro le tele è già dentro di lei.
Leggere un’artista, saperlo interpretare, pensare esattamente come lui pensa di sé stesso è un problema reale. L’artista è un enigma, un mistero. Dobbiamo capirlo per poterlo conoscere. Mi viene in mente, a tal proposito, la figura di Qin Shi Huang, il primo imperatore che nel 221 a.C. unificò la Cina, che invitò un suo funzionario a dare una propria opinione sulle Opere di un pittore del tempo, che erano state sottoposte alla sua attenzione. Il funzionario proferì la sua critica, l’Imperatore lo ascoltò ma lo condannò a morte. Il motivo? Non era ammissibile che ci si permettesse di criticare e tentare di analizzare un’opera d’arte e senza conoscere nulla della storia e della esperienza in vita dell’autore.
Così, oggi è la critica. Ci permettiamo, dopo aver visto poche immagini magari corredate da uno scritto, di definire l’artista, senza saper nulla del vissuto dell’uomo. E’ proprio in questo modo che si favoriscono pittori non di grande talento, mentre si scoraggiano altri che invece hanno un mondo interiore permeato di luce e profondità.
Nella luce e nella profondità lì vedo Tannaz Lahiji, maestra di colori e dell’aura umana.”